martedì 25 dicembre 2007

BUONE FESTE


AHAHAHAHAHAH

Buon Natale e Buone Feste

Oggi non si combatte...

venerdì 21 dicembre 2007

Eja Lakota



WASHINGTON - Gli indiani Lakota, il vero nome dei Sioux, cui appartennero i grandi capi Toro Seduto e Cavallo Pazzo, si sono ritirati dai Trattati conclusi dai loro antenati con gli Stati Uniti più di 150 anni fa. Lo hanno annunciato alcuni rappresentanti della tribù.

"Non siamo più cittadini degli Stati Uniti d'America e tutti coloro che vivono nelle regioni dei cinque Stati su cui si estende il nostro territorio sono liberi di unirsi a noi" ha dichiarato Russel Means in una conferenza stampa a Washington. Il rappresentante dei Sioux ha precisato che passaporti e patenti saranno consegnati a tutti gli abitanti del territorio che rinunceranno alla loro cittadinanza statunitense. Una delegazione di responsabili Lakota ha indicato in un messaggio indirizzato al Dipartimento di Stato che la nazione Sioux si ritira unilateralmente dai Trattati conclusi col governo federale americano, alcuni dei quali vecchi di oltre 150 anni.

Tali Trattati sono "parole senza valore su carta senza valore" e "sono stati violati a più riprese per privarci della nostra cultura e delle nostre usanze e per rubare la nostra terra", hanno affermato i rappresentanti della tribù. "Abbiamo sottoscritto 33 trattati con gli Stati Uniti che non sono stati rispettati", ha dichiarato Phyllis Young, una militante della causa dei nativi americani che ha contribuito a organizzare nel 1977 la prima conferenza internazionale sui diritti degli indiani.

Solo una parola: solidarietà. I nativi americani sono stati disprezzati, spazzati via, imbrigliati nelle riserve, sistematicamente oppressi dalla nascente democrazia americana. Hanno firmato trattati che il governo statiunititense ha promesso di rispettare e che ha regolarmente disatteso sin dalla firma. Negli ultimi anni se si parla di indiani d'america si pensa a grandi casinò nelle riserve, gioco d'azzardo e fondamentalmente decadenza, il tutto mischiato a stereotipi di vecchie tradizioni e dialoghi con gli spiriti. Penso che entrambe le visioni siano un'idiozia, gli "Indiani del 2000" non sono nè l'uno nè l'altro, penso e spero siano semplicemente un popolo che, al contrario di molti altri è riuscito a mantenere le proprie tradizioni nonostante l'invasione della cultura più distruttiva e relativista che il mondo moderno abbia partorito. Adesso non so cosa succederà, forse il governo americano (non vorrei dover ricordare a chi è in mano) semplicemente li ignorerà mandando a farsi fottere la democrazia e l'autodeterminazione dei popoli, forse si firmeranno altri trattati, forse si scoprirà che è stata tutta un bufala o una dichiarazione di un mezzo pazzo, ma solo per aver spiegato al mondo che i Lakota non si sono piegati e hanno mantenuto vive le loro tradizioni culturali hanno il mio più profondo rispetto. Dobbiamo anche noi muoverci in tal senso, mantenere, esaltare, trasmettere le nostre tradizioni ed il nostro Amor Patrio, in questo mondo occidentale che in nome dell'egualitarismo ha ucciso il particolare, che in nome di un diritto di uguaglianza ha spazzato via quello che ci rende speciali e che rende l'uomo così interessante..

Parole per combattere.

DerWerwolf

lunedì 17 dicembre 2007

Benvenuto Fratello

Le giornate sfrecciano una dopo l’altra ed il giorno si trascina stancamente verso sera. Ogni ora che passa è uguale alla precedente, sempre gli stessi discorsi, le stesse bugie e gli stessi falsi sorrisi. Il tuo volto comunica serenità e voglia di quieto vivere, ma dentro di te una passione sconosciuta ti divora l’anima. E ti ritrovi a cercare di sopprimere e nascondere questo sentimento, pensando che nella società del nuovo millennio questi pensieri non siano opportuni, che le persone intorno a te potrebbero giudicarti, commiserarti, disprezzarti. Non fartene una colpa. Se non riesci più a sopportare le menzogne dei politici, se ti ritrovi a fissare i tuoi simili con indifferenza e compatimento, se ogni frase che senti ti pare vuota e priva di significato, se senti lontano nella tua mente il rullare di un tamburo, non preoccuparti. E' semplicemente il tuo spirito che si ribella a questa vita fatta di materialismo e compromessi; è la parte più intima, più vera, di te che ti spinge alla ribellione.

Ora non chiederti se sei normale, o se siamo normali noi; non te lo chiedere. In ogni caso per gli altri sarai tu ad essere sbagliato; non loro che accettano l’omologazione senza pensare, non loro che inseguono le mode come se fossero il verbo divino, non loro che rischiano la crisi isterica appena si sentono minimamente esclusi, non loro che approfittano della droga per sfuggire ad un mondo che non li soddisfa e non hanno la forza e la determinazione per cambiarlo, non loro che hanno venduto l’anima e gli ideali per un effimero benessere economico, le stesse persone che hanno ucciso Dio per idolatrare il materialismo più sfrenato, la stessa marea urlante che ha scordato le proprie tradizioni per imparare a seguire le parole vuote.
Mi dispiace, non puoi più tornare indietro. La tua mente è libera ora, hai capito cosa vuol dire pensare in modo indipendente, hai ricordato cosa sono le tradizioni e cos'è la Storia. Ed essere liberi non vuol dire solo poter votare, poter dire quello che si vuole o poter fare ciò che più ci aggrada, libertà vuol dire indipendenza, vuol dire non dover temere il giudizio della gente e vuol dire credere in qualcosa che va oltre la vita di tutti i giorni; crederci per convinzione e non per indottrinamento o per seguire il gregge.

Ora il tuo cuore batte una marcia di guerra. Non riuscirai ad ignorarlo, devi combattere per dare un senso alla tua vita, lottare per il tuo pensiero, per la tua libertà, per i tuoi cari, per la tua Terra. Rispettando chi lo merita e senza dimenticare le tue origini porterai sempre alta la fiaccola della nostra Civiltà, per un futuro migliore per il nostro popolo e la nostra Patria. Non fuggire, non fermarti, non ti arrendere. La vita va vissuta fino in fondo, senza rimpianti e con onestà.

Presto sorgerà una nuova alba per chi, come noi, crede ancora nella Civiltà.

Non posso far altro che concludere: benvenuto Fratello...

Parole per Combattere.

venerdì 14 dicembre 2007

Trentino, terra divisa

Tratto da Trentino Libero Bolzano, 12 dicembre 2007. - “Caro Turista, benvenuto nella Terra dell’Apartheid”, così titola un volantino distribuito, nei giorni scorsi nel capoluogo altoatesino, da Unitalia, il Movimento di Donato Seppi. . I più non sanno, e tra questi, moltissimi nostri connazionali che raggiungono l’Alto Adige per il tradizionale appuntamento dei “mercatini natalizi” o delle “settimane bianche” che in questa terra, unica realtà europea, e forse mondiale, esiste una divisione “razziale” dei cittadini. E’ il famigerato “gruppo etnico di appartenenza” a cui si accede obbligatoriamente (pena l’esclusione dalla concessione di aiuti sociali ed economici come l’accesso alle case popolari) mediante un’auto schedatura chiamata “censimento etnico”, che obbliga tutti i residenti, che hanno raggiunto il quattordicesimo anno di età, ad “entrare in una gabbia etnica”. Il risultato è “la proporzionale etnica”, utilizzata in modo “razzistico” nel pubblico impiego, dove non si accede secondo il merito, ma secondo la consistenza del gruppo etnico di appartenenza (cittadini di lingua tedesca, italiana e ladina). Inoltre, qui e solo qui, rispetto al resto d’Italia, è negato il diritto di voto ai cittadini che non abbiamo maturato almeno quattro anni di ininterrotta residenza. Nel pubblico impiego è prevista per qualsiasi mansione, anche la più umile, e a prescindere dal rapporto diretto con il pubblico, la conoscenza della lingua tedesca. Ecco allora il “bilinguismo obbligatorio ad ogni livello” I risultati di queste norme aberranti, contenute nello statuto di autonomia, hanno causato insopportabili livelli di pulizia etnica.
Ecco i dati.
Anno 1971 cittadini di lingua italiana 137.759 pari al 33,3% della popolazione
Anno 2001 cittadini di lingua italiana 113.494 pari al 25,5% della popolazione
Saldo negativo 7,8%
Anno 1971 cittadini di lingua tedesca 260.351 pari al 62,9% della popolazione
Anno 2001 cittadini di lingua tedesca 296.461 pari al 64,0% della popolazione
Saldo positivo 1,1%
Anno 1971 cittadini di lingua ladina 15.456 pari al 3,7% della popolazione
Anno 2001 cittadini di lingua ladina 18.736 pari al 4,0% della popolazione
Saldo positivo 0,3%
In trent’anni oltre 24.000 cittadini di lingua italiana in meno; oltre 36.000 cittadini di lingua tedesca in più; oltre 3.000 cittadini di lingua ladina in più. Ecco dimostrato inequivocabilmente il risultato della “pulizia etnica” in Alto Adige, a danno del gruppo italiano, nell’indifferenza totale e senza esclusioni della politica nazionale. Il volantino termina con l’ appello alla solidarietà verso gli operatori di lingua italiana che svolgono una attività commerciale o artigianale in Alto Adige. “Turista italiano spendi i tuoi soldi presso chi espone merce italiana, in negozi con l’insegna italiana. Frequenta ristoranti, pizzerie e alberghi italiani”
Da parte nostra, il pieno appoggio all’iniziativa, con l’invito ai nostri lettori di diffondere, tramite la rete, o nell’ambito delle proprie amicizie, l’appello alla “solidarietà italiana” per l’Alto Adige italiano.

giovedì 13 dicembre 2007

Svastiche dalle persone sbagliate

WASHINGTON -- George Washington University officials said a Jewish student who complained about swastikas showing up on her door put them there herself.

The student lives in Mitchell Hall, where half a dozen swastikas had shown up on her dorm room door in the past several weeks.

University police set up a hidden camera. They said the girl admitted responsibility Monday.

Da nbc4.com

Fondamentalmente si è scoperto che le svastiche che comparivano sulla porta di una studentessa ebrea erano disegnate da lei stessa. Bisognosa di attenzione? Niente di più facile che scatenare una fantomatica caccia al nazi per attirare l'attenzione, vero? Questo succede spesso anche in Europa, dove semplici risse assumono valenza politica dopo un paio di mesi, dove buona parte dei misteri più o meno grandi irrisolti del paese è opinione comune essere colpa dei fascisti. Credo sia più facile farsi un minimo di posizione se si può scrivere sul curriculum "vittima dei fascisti". Il problema è che spesso a seguito di queste dichiarazioni false e di questi proclami campati per aria inizia una repressione violenta delle forze dell'ordine istigate dai benpensanti, e ragazzi di destra che non hanno fatto niente finiscono in galera o indagati, con una serie di rogne non indifferenti.
La vogliamo piantare di inventare storie per perdere tempo?

Parole per combattere.

mercoledì 12 dicembre 2007

Blondet - La Casta ci precetta

Pubblico da www.effedieffe.com


Dunque ricapitoliamo: i taxisti? «Squadristi» per Prodi.
I padroncini di Tir?
«Deplorevoli» per Prodi, autori di «serrata» per i giornali di sinistra, i quali invocano la repressione di polizia.
Gli artigiani e i piccoli bottegai?
«Evasori» per Visco, da trattare con irruzioni di fiamme gialle pistola in pugno.
I giovani che non trovano lavoro?
«Bamboccioni» per Padoa Schioppa.
I benzinai?
Da abolire per consegnare le pompe alle COOP, secondo Bersani.


Categoria per categoria, a poco a poco il governo più incompetente che l'Italia abbia mai avuto
(ed è un record) licenzia il popolo italiano intero.
Mi correggo: licenziarlo non può, perché deve fargli pagare le tasse per i suoi lussi.
Lo precetta, lo costringe a lavorare con ordinanza prefettizia per il suo proprio bene.
E nello stesso tempo lo insulta, perché può.
Ci vieta, con legge penale, di chiamare «froci» gli omosessuali; ma lorsignori si danno il diritto di chiamare squadristi i taxisti, e di trattare da delinquenti comuni i padroncini di Tir, mentre la casta giudiziaria rilascia gli assassini plurimi in anticipo, anzi nemmeno li manda in galera un giorno.


Lo sciopero congiunto, pochi giorni fa, di parassiti Alitalia, delle Ferrovie, dei traghetti e dei trasporti municipali, è stato da lorsignori accettato con olimpica serenità: sono dipendenti pubblici, dopotutto.
Lo sciopero dei Tir invece è illegale, manda in rovina il Paese, «fa mancare il pane e il latte ai pensionati».


Eh no.
Il pane ai pensionati, l'ha fatto già mancare prima la Casta.
La Casta che ci giudica così male, e poi piange sui lavoratori carbonizzati della Thyssen e minaccia misure draconiane contro le imprese.
Ma intanto, alle famiglie dei morti danno un assegno INAIL da duemila mila euro una tantum.


Voglio ricordare che i dipendenti del ministero dei Trasporti, quelli su cui presiede il ministro Bianchi che precetta i padroncini, dalla loro cassa interna pagata da noi contribuenti con le sovrattasse, ricevono un assegno di morte di 30 mila euro, senza contare i contributi per i libri scolastici (250 euro), il doppio TFR (ai lavoratori privati è stato tolto), le regalie per cure odontoiatriche (9 mila euro l'anno), eccetera eccetera.


Per le famiglie dei morti Thyssen, altri lavoratori e gente comune fanno collette, versano denaro sudato e scarso.
Mai che si vedano i deputati e i senatori fare una colletta per un lavoratore, per un poliziotto ucciso dal delinquente recidivo mille volte arrestato e mille volte liberato dal solito giudice.
Mai Ciampi s'è sentito in dovere di sborsare mille euro (dei 30 mila al mese che prende fra cumuli di emolumenti e pensioni Bankitalia) per una vittima del popolo lavoratore.
Mai Bertinotti ha girato fra i colleghi con un cestino di elemosine per «i morti sul lavoro», dopo averci messo del suo.
Mai il senatore a vita Colombo ha sacrificato la sua spesa per la coca (che prende «per ragioni di salute») in una colletta per i poveri.


Ora, questa Casta minaccia multe ai TIR: fino a 25 mila euro al giorno per i trasgressori della precettazione, abbastanza da stroncare per sempre il mestiere.
Evidentemente, la casta ritiene questo mestiere inutile.
Mentre ritiene degni di protezione gli omosex.


Invece, lo sciopero dei TIR mostra, con la forza dell'esempio, di quali ceti ha bisogno l'Italia, e di quali no.
Un dipendente pubblico su tre può assentarsi dal posto ogni giorno, e non cambia nulla: il servizio resta pessimo come prima.
Ma se i padroncini di TIR si fermano per 48 ore, manca il carburante alle pompe, la verdura ai supermercati, mancano la farina e i medicinali, la carne e i ricambi e i semilavorati alle imprese.
Le ferrovie non sono in grado di portare merci, non in tempo e con certezza, anche se aumentano il biglietto del 15%.
I dipendenti del ministero dei Trasporti, quelli ingrassati dalla cassa speciale, non sono in grado di far fallire lo sciopero dei padroncini, non si mettono al volante del Volvo o dell'OM articolato.
Mica è capace di farlo Visco, o Padoa Schioppa.
Non i magistrati che lasciano impuniti il 98% dei furti e il 70% degli omicidi, e che fanno durare una causa civile dieci anni.
Da questa stretta, che ci porta disagi, si può imparare almeno questo: quali sono in Italia i ceti superflui, di cui possiamo fare a meno, e quelli indispensabili.


E possiamo vedere che senso ha oggi la «legalità»: oggi è «legale» ciò che protegge e arricchisce la Casta e i suoi parassiti di riferimento, il suo corpo sociale di sostegno, e «illegale» tutto ciò che serve ai privati, e alla vita produttiva.
E' «legale» lasciar in albergo lo zingaro pluriassassino, è illegale scioperare se si è privati.
E' «legale» il cumulo di pensioni e stipendi di Ciampi e Padoa Schioppa, «illegale» per noi cumulare pensione e salario.
E' legale togliere il TFR ai lavoratori privati, illegale togliere il doppio TFR ai ministeriali dei Trasporti.
«Legale» tutto ciò che si concedono i percettori di denaro del contribuente, illegale per principio, o almeno sospetto, ciò che fanno i contribuenti per guadagnarsi la vita.


Quando la «legalità» si riduce a questo stato di iniquità e corruzione, come ho detto qualche volta, occorre smettere di pensare in termini di «legalità» o di «riforma del sistema», e cominciare a pensare in termini di rivoluzione: ossia su come fondare una nuova legalità, più legittima, dove il giusto e l'ingiusto ritrovino il loro posto vero.


La rivoluzione è la liberazione dai parassiti succhia-sangue e dalle burocrazie inadempienti (non fanno il servizio per cui sono pagate), costosissime e che per di più hanno sequestrato la legalità e ci insultano.
Classicamente, la rivoluzione è strappare i privilegi alle classi parassitarie e inutili.
E' allestire tribunali speciali che identificano i parassiti e li spogliano del maltolto per via breve.


Ma ci siamo spesso detti, in queste pagine, che la rivoluzione è impossibile oggi in Italia: Paese troppo fratturato fra gruppi d'interesse minimi e tra loro ostili per trovare una unità d'intenti, dove metà della popolazione vive di parassitismo o spera di approfittarne, dove - per di più - i potenziali rivoluzionari non hanno autonomia economica, danno allo Stato il 60% di quel che guadagnano, e campano, se va bene, con 50 euro al giorno.
Dove ci sono 13 milioni di poveri e altri milioni di precari affannati a mettere insieme il pranzo con la cena, e assillati dalla rata del mutuo da pagare alle banche truffatrici, non si può fare la rivoluzione.
Tutto vero.


Il fatto è che, in situazioni del genere, la rivoluzione si fa da sé.
Ossia: senza progettazione né guida, nel modo più «sporco» e confuso nei fini, per l'irresistibile forza della realtà che s'impone.
Tale è lo sciopero o serrata dei TIR.


Chi li guida fa un lavoro usurante ma non riconosciuto come tale (i benefici per lavoro usurante vanno ai piloti Alitalia e ai tranvieri).
E' strangolato dal rincaro del gasolio, immenso e senza paragoni all'estero, furbescamente aumentato dalle accise che crescono quando cresce il prezzo del barile.
E' una classe assillata dalle cambiali che gravano sull'auto-articolato, un tragico mutuo che richiede di correre e consegnare e correre di nuovo, sempre con l'acqua alla gola, sempre con l'angoscia di essere vittime di furti impuniti del carico, di un incidente, di un ritiro di patente, di una qualche vessazione burocratica della burocrazia più ottusa del pianeta, il che significa finire «sotto» per sempre.
Non ha il posto garantito, questa classe, come ha la casta pubblica.
E', per di più, insidiata dalla concorrenza di autrasportatori esteri, che fanno il pieno in Romania o Bulgaria, dove il gasolio costa la metà.
Dalla concorrenza internazionale, il ceto parassitario pubblico s'è messo al riparo.


La protesta di questa classe vessata di lavoratori è sacrosanta.
Anzi di più: è obbligatoria per loro, altrimenti muoiono e scompaiono come categoria, e saranno rimpiazzati dai bulgari e romeni, dai neo-europei che la Casta ha lasciato entrare senza un'obiezione.
Stanno perdendoci del loro, nonostante le cambiali da pagare; non hanno la protezione della CGIL (questa è riservata ai dipendenti pubblici assenteisti), né la benevolenza «legale» che spetta alla cocaina del senatore a vita, ai rom ubriachi, agli assassini recidivi e gratuiti.
Eppure restano duri a fare il blocco.
Il fatto è che, essendo padroncini, non hanno nemmeno una controparte, una confindustria, un padronato da impegnare.
La loro controparte è direttamente il governo.


Ed è questo, lo sappiano o no, il fattore rivoluzionario: al governo inadempiente e parassitario devono rivolgersi.
E visto che il governo non li ascolta (sono disprezzabili padroncini, capitalisti, evasori potenziali), devono mostrargli la loro utilità sociale, come gruppo: senza di noi, non potete far niente, il Paese intero non riceve nulla.
E' così la rivoluzione: «sporca», basata sulla mera forza, la forza della realtà contro l'ideologia che maschera il privilegio indebito.
E come reagisce la Casta?


Come sempre le caste parassitarie: «con il richiamo all'ordine», alla «legalità».
E con l'istigazione delle plebi: guardate, i vostri nemici sono gli autotrasportatori!
Sono loro che vi affamano!
Che vi fanno mancare la benzina, il latte e il pane!
Sono loro i kulaki, i nemici del popolo!
Sono loro i sabotatori!


No, bisogna resistere a questa propaganda.
Ricordare che i sabotatori primi sono i municipali che, occultamente, si assentano dal posto un giorno su tre e continuano a prendere lo stipendio, i soldi nostri.
Che illegale è che il senatore Colombo resti dov'è, indegno com'è della carica.
Illegale è l'incredibile ministro Bianchi, l'inqualificabile Prodi che ci licenzia come popolo, il Padoa Schioppa che ci dà dei bamboccioni dall'alto dei suoi 36 mila euro mensili, di cui 10 mila tassati al 9,5%.
Illegale, anzi illegittimo, è il governo che non governa niente, che emette «leggi» che sono grida manzoniane, inapplicate e inapplicabili come le «norme sulla sicurezza», e Prodi ha il coraggio di dire: «Le norme ci sono e sono le migliori d'Europa».
Di quel ceto non abbiamo bisogno, possiamo farne a meno.


Degli autotrasportatori no, ci sono indispensabili.
Sono impopolari, sono corporativi: in una società pullulante di corporazioni minime, che volete farci?
E' la rivoluzione sporca, non pensata, che si manifesta come forza delle cose.
Disagi, certo.
Anche a me manca il diesel per andare a Milano per Natale.
A salire su un treno non provo nemmeno, perché il rincaro del 15% non corrisponde ad un miglioramento pari del servizio.
Presto sarà scarso il pane e ci saranno rincari.
Anche a Parigi, dal 1789 in poi, rincarò tutto.
I rivoluzionari che stavano in permanenza in Comune erano pagati un tanto al giorno, per legge di Robespierre, e perciò avevano il tempo di andare a rumoreggiare sotto il parlamento legale, minacciare i parlamentari con le picche, fargli vedere le teste troncate dalla ghigliottina.


Voglio dire: quella rivoluzione era ancora più sporca, e durò cinque anni.
Finchè anche i sanculotti stipendiati si accorsero che la loro paga rivoluzionaria, in carta straccia, non bastava più a pagare il pane ad ufo.
E lasciarono ammazzare Robespierre senza muovere un dito.

Voglio dire anche: prepariamoci ad altri disagi.
In fondo, viviamo in questi giorni nel mondo che i Verdi ci vogliono imporre per ideologia: niente carburante, niente gite fuoriporta né trasferte per la squadra del cuore, penuria del superfluo e del necessario.
Ma aria pulita e nessun contributo al riscaldamento globale, e il trionfo del mezzo pubblico (se non sciopera).
Ancora un po' che duri lo sciopero dei TIR, e proveremo le altre gioie promesse dalla società ecologica e post-industriale: la borsa nera per i piselli secchi, il tesseramento (non più di un telefonino ogni due anni), la raccolta della legna nei boschi per la stufa, le vecchie maglie indossate a strati.


Di che vi lamentate, voi che avete votato Pecoraro Scanio, che avete votato Bianchi e Bersani votando la loro ideologia paleo-marxista, che tratta da nemiche le classi non-parassitarie?
Finalmente, avete vietato di chiamare finocchi i finocchi: bella e grande conquista sociale, soprattutto utile.
Avete dimostrato che Vladimir Luxuria vi è più necessaria dei camionisti: benissimo.
E' il vostro mondo che vince contro i padroncini.
Pecoraro Scanio però ha l'aereo di Stato, se vuol muoversi.
Mastella ha l'airbus blù per seguire gli eventi sportivi.
Voi no.


Cominciate a capire che sono superflui?
Non so se sia rivoluzione, probabilmente no.
Ma è un assaggio di quel che costa e di quel che comporta.
Un invito a diventare seri, se non altro.

Maurizio Blondet


Spettacolo...

martedì 11 dicembre 2007

I contratti in Italia

Autostrade bloccate, TIR ovunque, distributori di benzina senza carburante, queste sono le prime conseguenze immediate del blocco degli autotrasportatori. Ci saranno poi quelle a lungo termine, dalla crisi di rifornimenti per i supermercati ai danni per gli agricoltori a causa della giacenza in magazzino di ortaggi e frutta che rischia di andare a male.
Gli autisti di mezzi pesanti chiedono l'adeguamento delle tariffe al valore corrente, visto che i loro stipendi sono rimasti gli stessi negli ultimi anni mentre il gasolio e i costi relativi alla manutenzione dei mezzi sono aumentati notevolmente. Non voglio polemizzare sull'utilità o meno di questo sciopero, sui disagi per le altre persone, anche perchè non mi pare che questa categoria scioperi così spesso da potermi lamentare (insomma, non sono i trasporti pubblici!!!).
Vorrei solo far notare una cosa: i dipendenti del settore bancario hanno chiesto circa 200€ di aumento di stipendio mensile (in media) e glielo hanno concesso in pochissimo tempo. I metalmeccanici e molte altre categorie (insegnanti, commercianti, chimici-farmaceutici) cercano da anni un rinnovo dei contratti, anche con aumenti più contenuti ma non riescono ad ottenere nulla: perchè? Senza considerare le forze dell'ordine, obbligate a svolgere il proprio lavoro con mezzi ristrettissimi, con uno stipendio il più delle volte inadeguato a fronte di un aumento imbarazzante della criminalità.
Adesso, io capisco che lo stato non abbia mai, e dico MAI, soldi, ma non mi pare possibile una cosa del genere! Ogni governo negli ultimi anni ha fatto grandi proclami a favore di una lotta agli sprechi, soprattutto in ambito di lavoro statale, ma non è stato fatto praticamente niente. Anche la proposta di poco tempo fa di assumere un nuovo dipendente pubblico in seguito ad almeno tre pensionamenti è caduta nel vuoto per l'ostruzione di una certa sinistra che teme di perdere voti inimicandosi la grande casta degli statali.
Non ci sono storie: ogni anno il bilancio peggiora, nonostante aumenti più o meno fittizzi di gettiti fiscali e tesoretti vari immediatamente pubblicizzati e subito scomparsi. Però non ritengo ammissibile che i vari amministratori delegati delle holding (ex)pubbliche percepiscano uno stipendio mostruoso nonostante l'azienda sia in perdita perenne (vedi Alitalia, Ferrovie dello Stato, etc.).
Iniziare le pulizie a casa nostra, questa è la soluzione: lo sciopero fiscale tanto decanto da tanti politici in vena di notorietà è una cazzata pazzesca, perchè non farebbe che aggravare la situazione, l'unica soluzione è una oculata gestione del denaro pubblico, evitare gli sprechi, eliminare i vari furboni di casa nostra ed utilizzare una dote dell'uomo molto spesso poco sfruttata: il buonsenso.
Purtroppo sappiamo bene che non sarà l'attuale classe politica corrotta e parassitaria ad effettuare questo cambiamento: è necessaria, quindi, un'opera totale di coinvolgimento popolare nella cosa pubblica, un vento nuovo, spinto dalla necessità e non dalle beghe di partito, per spazzare via finalmente gli indegni al governo e poterci presentare di nuovo come una Nazione unita e forte. Re(s)pubblica: la cosa di tutti.

Parole per combattere.

domenica 9 dicembre 2007

NeoNazi in Svezia

In fondo mi mancava un po' una notizia del genere:

Svezia, neo-nazisti contri anti-razzisti
Guerriglia urbana, oltre 200 arresti

Chissà perchè ogni volta che non sanno bene cosa scrivere salta fuori qualche simpatico buontempone nazista che non perde occasione di scatenare un degenero senza precedenti. La settimana scorsa notizia scandalo in Germania dove un gruppo di neonazi hanno sfregiato con uno scalpello il volto di una ragazza incidendole una svastica. Orrore! Dopo un'ora non ne parlava più nessuno, praticamente subito dopo aver verificato parecchie incongruenze nelle testimonianze e nel passaggio di informazioni da Berlino a Roma.
Anche ora abbiamo questa fantastica notizia, dove il titolo dice che i nazi hanno attaccato i pacifisti mentre l'articolo dice tutt'altro. Anche perchè il corteo nazi (che poi che fosse nazi è tutto da dimostrare, visto che non credo sia così facile ottenere i permessi per un corteo del genere, più probabile fossero solo i corrispettivi della nostra destra radicale) era autorizzato e si tiene ogni anno, quindi bisognerebbe capire bene cos'è successo: ma questa notizia è già sorpassata, non aggiorneranno mai la pagina, verrà presto sostituita anche nella home page, ANSA.it non ne parla nemmeno, i nostri giornalisti non faranno altre indagini e quindi rimarrà solo la notizia incompleta. Si lancia il sasso e si nasconde la mano, come al solito.
Purtroppo ancora troppa gente si fida di queste persone che ricercano la verità nello stesso modo con cui cercano finanziatori, e le cose vanno di pari passo. Come sempre ci sono notizie, indagini e verità di serie A e serie B; il problema è che ultimamente le verità di serie A sembrano costruite apposta per fare in modo che le persone si rincoglioniscano dietro a drammi falsissimi e non prendano atto dello sfacelo del mondo di oggi.

Parole per combattere.

venerdì 7 dicembre 2007

Apatia portami via

E rieccoci qui. Ho appena letto che il Censis ha etichettato la società italiana come "Una mucillaggine, un insieme inconcludente di pulsioni individuali che nn dà spazio al collettivo, è ripiegata su se stessa e non guarda il futuro".
Bene, ottimo, sono proprio contento. Meno male che è arrivato il Censis ad dirmelo perchè altrimenti non ci arrivavo proprio. Ero proprio convinto che gli Italiani fossero un popolo unito, laborioso, onesto, con una visione sana della vita e del mondo.
Poi ho guardato il calendario: Oh mio Dio, siamo nel 2007 non nel 1930!!!
Ora parliamone seriamente. Sono stanco di tutti questi studi, commissioni, sondaggi imbecilli che ci ripetono fino allo sfinimento che siamo dei cretini incompetenti. Ci si mette pure la classe politica a darci dei bamboccioni, NOI, che tutto sommato lavoriamo, mentre LORO non riesco ancora a capire quale lavoro importantissimo e difficilissimo facciano per meritare quello stipendio. Ah già, guidano il paese.. Dritto nella merda, di solito..
Bisogna dire che vuoi per via delle continue delusioni della prima e seconda e terza e quarta e quinta e centesima repubblica, vuoi per la grande conclusione del movimentismo di massa, vuoi perchè destra e sinistra ormai non esistono più e sono tutti dipendenti delle lobby di potere, vuoi perchè votare ormai ha un'importanza relativa, alla fine di tutto il succo è questo: la gente comune si veramente rotta.
E fin qui niente di male.
Il problema è che sono stanchi di bufere politiche e polemiche inutili e si sono fondamentalmente divisi in due grosse categorie. I poveri illusi e gli sfiduciati.
I primi sono quelli che periodicamente si fanno riprendere dalla febbre e dalla speranza all'arrivo di un "nuovo" personaggio alla Ualter Ueltroni o all'annuncio di un "nuovo" nome tipo Partito dei cretini della Libertà. Sistematicamente le loro speranze vengono distrutte e tornano nell'anonimato in attesa di un qualcosa di "nuovo".
Gli sfiduciati, invece, ormai se ne fregano di tutto e tutti, si lamentano di tutto e tutti, vivono la loro vita dicendo frasi come "le cose devono cambiare" e "non si può andare avanti così" e poi non fanno rigorosamente una mazza.
Lo scontento generalizzato è continuamente imbrigliato su canali inoffensivi che possono variare dallo shopping inutile all'accanirsi contro il capro espiatorio di turno, il tutto condito di propaganda ultrapacifista, antiprotesta, antiviolenta, politicamente correttissssssssima che porta a bollare come criminale chiunque manifesti dissenso in maniera diversa da un'inutile raccolta firme o una altrettanto inutile lettera aperta al segretario di turno.
E' un serpente che si morde la coda.
Bisogna fare in modo che le persone si riapproprino della loro forza, dare loro un'idea delle loro potenzialità, fargli scordare ed accantonare idiozie quali "è maleducato mettersi ad urlare sotto il palazzo del comune": ma se il comune ti sta dissanguando io oltre ad urlare prendo a calci in culo ogni assessore.
Ogni patriota spera un giorno di poter fare le pulizie di primavera con i politici indegni e di iniziare una nuova epoca di buon governo e di dignità. Bisogna diffondere questa speranza a tutti, senza demagogia ma solo con la buona volontà. Senza manovre eclatanti e ridicole come il VaffaDay, ma con un lento e costante lavorio di convincimento delle coscienze e di risveglio del desiderio di Nazione.

Parole per combattere

mercoledì 5 dicembre 2007

Selezione Naturale del Terzo Millennio

Voglio essere ottimista. Oggi non ho proprio voglia di deprimermi per ciò che sento alla televisione, per la sempre maggiore propensione al suicidio di massa del mio popolo, per la demenza della classe dirigente, per la mancanza di rispetto e di morale dilaganti, per il fatto che si è così abituati a sparare cazzate che nemmeno riconosciamo quelle che ci inondano continuamente dai dispensatori ufficiali di verità.
Voglio essere ottimista. Voglio pensare che sia tutt'ora in atto una selezione naturale accellerata: i ragazzi si drogano? BENE! Moriranno d'overdose! Ubriachi al volante? OTTIMO! Moriranno schiantati! Spendono fior di soldi per seguire mode assolutamente idiote e inutili? MEGLIO! Rimarranno col culo per terra a metà mese e finiranno in miseria!
Selezione naturale. Continuando di questo passo, cinicamente, tra qualche generazione solo le persone abbastanza intelligenti da capire che questo tipo di autodistruzione non giova particolarmente alla specie umana rimarranno su questa terra.
Poi esco da questo sogno ad occhi aperti e mi rendo conto che sono solo semplificazioni. I drogati perdono il controllo e fanno del male ad altre persone, gli ubriachi al volante sistematicamente vanno a centrare l'auto della famigliola in ritorno dalla gita, i modaioli a tutti i costi costi disgraziatamente non si suicidano quando non trovano l'ultima borsa di Luis Vitton, nonostante spesso minaccino di farlo, in compenso continuano a spaccare l'anima a tutti con le loro menate.
In più a questo tipo di selezione naturale sopravviverebbero anche i furbi, i ladri, gli amici degli amici, che decisamente non corrispondo al mondo che vorrei.

Voglio essere ottimista. Ma proprio non ci riesco..

Parole per combattere.